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[templatic_accordian] [accordian title=”Limiti territoriali“] L’altopiano della Sila rappresenta uno dei principali elementi caratterizzanti il territorio della regione Calabria, estendendosi nelle tre provincie di Cosenza, Crotone e Catanzaro per una superficie complessiva di circa 150.000 ettari. Esso risulta suddiviso in tre zone, più per convenzione che per effettiva distinzione strutturale le quali sono denominate, andando da Nord a Sud, rispettivamente Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola La prima prende origine, sul versante settentrionale, a partire dai contrafforti montuosi che si sollevano dalle aree pianeggianti costerie con il limite meridionale segnato dalle valli del Mucone e del Trionto.La Sila Grande, considerata il cuore dell’altopiano, si spinge a sud fino ai bacini del Savuto e dell’Ampollino, mentre ad ovest i limiti territoriali sono determinati dalle vette dei monti Sorbello, Timpone Bruno, Curcio e Scuro e ad est dalle valli del Garga e dell’Arvo, dalle Montagne della Porcina e dal Monte Carrumango.Infine, La Sila Piccola delimitata a nord dal Savuto e dall’ Ampollino, con il corso del Tacina che ne costituisce il margine orientale e la dorsale dei monti Mancuso e Reventino quello occidentale.
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[accordian title=”Principali caratteristiche idro – geologiche“]
Da un punto di vista geologico l’origine della Sila risulta ben distinta da quella della catena montuosa costiera risalendo a differenti processi orogenetici di gran lunga più antichi, databili a circa sette milioni di anni fà. Nell’altipiano sono distinguibili tanto formazioni rocciose di tipo metamorfico, sovente associate a gneiss, rocce magmatiche, nonché un basamento magmatico – metamorfico, conglomerati e calcari selciferi e marnosi.I processi di tipo erosivo che hanno inciso sulla struttura delle formazioni rocciose presenti sono attribuibili sia a fenomeni prettamente chimici quali l’azione solubilizzante delle precipitazioni piovose (in ragione della loro acidità) sia l’azione abrasiva e modellante dei ghiacciai il cui scorrimento ha prodotto la formazione di notevoli depositi detritici.Tanto le aree più interne quanto quelle più periferiche dell’altopiano sono caratterizzante da una notevole abbondanza di sistemi idrici lentici (laghi) e lotici (fiumi e torrenti).I laghi sono concentrati nella zona della Sila Grande, al fondo di vallate risalenti al quaternario, ed attualmente si tratta tutti di bacini artificiali, il maggiore dei quali risulta il lago Cecita (situato nel Parco nazionale della Calabria), seguito dall’Arvo e l’Ampollino, mentre il Votturino e l’Ariamacina sono gli specchi lacustri di dimensioni minori.Per quanto riguarda i fiumi, dal gruppo montuoso che ospita la cima del Botte Donato si dipartano due dei principali fiumi della Sila come pure dell’intera Calabria, il Crati ed il Neto, il primo che delimita i confini nord occidentali dell’altopiano, descrivendo un’ampia ansa che lo conduce nella piana di Sibari, ed il secondo che, spingendosi verso est, sfocia nello Ionio dopo aver ricevuto le acque del Vitravo. Analogo ruolo di affluente svolge il Mucone (per il fiume Crati), mentre il Trionto (che insieme al Mucone, come detto, delimita il confine tra Sila Greca e Sila Grande), facendosi largo attraverso le valli della Sila Greca sfocia a nord nel golfo di Corigliano.A sud, troviamo i fiumi Tacina e Crocchio che prendono origine dalle aree montane della Sila Piccola, solcano i contrafforti meridionali ed immettendosi nella regione del Marchesato terminano il loro corso nel golfo di Squillace unitamente al fiume Corace, che sfocia più a sud, correndo per un certo tratto, parallelamente al corso del Lamato. Quest’ultimo, descrivendo una piega a gomito verso ovest, attraversa la piana di Sant’Eufemia e immette le proprie acque nel Tirreno; infine il Savuto, che si origina ad ovest del lago Ampollino, dipana il suo corso in un sistema vallivo che passa a sud del monte Serra Lucerna ed a nord del monte Reventino, e delimitando il margine settentrionale della piana di Sant’Eufemia sfocia nel Tirreno.
Lucio Lucadamo
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