I laghi della Sila: Passante, il lago più giovane e più piccolo

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La storia dei laghi della Sila e della costruzione delle dighe. Una storia avvincente e per certi aspetti anche drammatica, fatta di uomini che con enormi sacrifici hanno reso possibile la costruzione di dighe, sbarramenti, canali e gallerie sotterranee per sfruttare il bene più prezioso che abbiamo in natura: l’acqua.

Le pagine sono tratte da 5 articoli apparsi sul “Nuovo corriere della Sila” nel corso del 2009 e che il Direttore Saverio Basile, che ringraziamo, ci ha concesso la pubblicazione.

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Passante, il lago più giovane e più piccolo

di Michele Belcastro

Dei quattro laghi costruiti sull’altopiano silano, quello del Passante è certamente il più giovane.
La costruzione ebbe inizio nel 1971 e finì nel 1976; entrò definitivamente in servizio intorno al 1982. Con i suoi 38 milioni di mc è anche il più piccolo lago della Sila, rispetto ai 108 milioni di mc del Cecita, agli 87 dell’Arvo e ai 67 milioni dell’Ampollino.
Il Passante dista 40 Km da San Giovanni in Fiore. Si trova nella Sila Piccola, tra i comuni di di Taverna e Sorbo S. Basile in provincia di Catanzaro, a 1123 metri sul livello del mare.
La tipologia della diga è di quella muraria a gravità ordinaria in calcestruzzo. Su di essa scorre la strada provinciale n.26 per Catanzaro.
L’altezza dello sbarramento è imponente, 65 metri; la lunghezza del coronamento è di 450 metri con una larghezza di 6 metri.
Il suo nome lo deve all’omonimo fiume che l’alimenta: il Passante che giù a valle invece è denominato Alli.
Poco lontano dalla diga, uno dei villaggi più antichi e più belli della nostra stupenda Sila: Villaggio Mancuso, mentre nelle vicinanze in località Monaco, si puà visitare l’interessante Parco museale “Le foreste e l’uomo” Centro Visita intitolato di recente al compianto dott. Antonio Garcea, primo presidente dell’Ente Parco Nazionale della Sila, da lui fortemente propugnato e voluto.
Viene d’obbligo chiarire, per quei pochi che non ne sono a conoscenza. che prima del 1982, per raggiungere il nostro capoluogo di Regione, partendo da San Giovanni in Fiore, la strada maestra era senza dubbio la 106 Ionica; se non si voleva arrivare in città con lo stomaco sottosopra: c’erano da affrontare le curve tortuose di Albi, Taverna, Il Pontone, che seguivano i villaggi Racisi e Mancuso e infine, affrontare le curve di Sant’Elia a ridosso di Catanzaro.
Dopo l’entrata in servizio della diga, tutto cambiò. Chi decidesse ora, specie d’estate, di godersi la frescura e le meraviglie della Sila Piccola, la bellezza spettacolare del lago Ampollino e a seguire quella del Passante, non ha che da scegliere questo itinerario. Si costeggia il lago Ampollino percorrendo la statale 179 e all’altezza del bivio Spineto, si svolta a sinistra, direzione Catanzaro, si passa dal bivio di Buturo, dove ha inizio la dorsale della foresta del Gariglione, che scende giù fino a Petilia Policastro e due Km prima del villaggio Racisi, in coincidenza con il “Semaforo” (accogliente locale bar, ristorante pizzeria), svoltare a destra, dopo due Km si passa sulla suggestiva diga del Passante, ancora 35 Km e siamo a Catanzaro.
Se ne sconsiglia il percorso nei mesi invernali a causa della neve e del ghiaccio.
Il lago del Passante (con l’aggiunta direttamente in galleria dei deflussi dei fiumi Simeri, Ferro ed Ortica) alimenta due centrali in serie che prendono nome dei rispettivi paesi Albi e Magisano.
La prima, quella di Albi, è in caverna con un salto di 376 metri, una portata di 12 mc/sec. e una potenza di 36 MW. Le acque restituite dalla centrale affluiscono in una vasca di carico di 15 mila mc situata a monte della seconda centrale, quella di Magisano che con un salto di 393 metri e con la stessa portata di 12 mc/sec. sviluppa una potenza di 39 MW.
Questi due impianti, situati in provincia di Catanzaro, si sviluppano tra le quote di 1123 e 354 metri sul livello del mare con un dislivello totale di 769 metri.
A valle di queste due centrali le acque vengono scaricate nell’alveo del fiume Simeri e per una convenzione con l’allora Cassa per il Mezzogiorno, vengono utilizzate per soddisfare i bisogni idrici, irrigui e industriali di Catanzaro e parte della sua provincia.

Articolo tratto da “il nuovo corriere della Sila“, 5 Novembre 2009

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