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Alla scoperta dei borghi silani: Longobucco

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Longobucco è ubicato nel territorio del Parco Nazionale della Sila, ai piedi del monte Castello.

L’origine del toponimo è oggetto di dibattito tra gli studiosi, infatti una prima ipotesi ne identificherebbe l’origine in longa bucca, derivante dalla parola bizantina makrokolos, nome attribuito al fiume Macrocioli. Una seconda ipotesi prende in esame la scorretta denominazione del nome germanico Longoburgo, verosimilmente introdotto ai tempi della dominazione sveva.La fondazione del borgo può essere fissata cronologicamente in epoca altomedievale, durante le incursioni saracene che costrinsero gli abitanti delle zone costiere a ritirarsi nei più sicuri e impervi da penetrare territori montani.

Il sottosuolo si presenta ricco d’argento e la presenza di miniere viene documentata sin dal XII secolo. Le attività estrattive crebbero durante il periodo angioino, mentre durante il dominio degli Aragona i giacimenti furono concessi a Galeazzo Caracciolo di Napoli, in seguito il privilegio di usufruirne fu accordato ai feudatari che nel tempo si avvicendarono sul territorio. Dopo un periodo di abbandono le miniere vennero rivalutate durante la prima metà del Settecento da Carlo III di Borbone, che si avvalse dell’argento per coniare monete. I lavori legati alla risorsa subirono un inesorabile rallentamento nelle seconda metà del XVIII secolo, a causa degli ingenti costi derivanti dall’estrazione. In relazione a questo importante bene del sottosuolo e dal punto di vista artistico, grande rilievo ha avuto la figura di Giovanni da Longobucco vissuto nel XIII secolo e al quale si può ascrivere la Croce Processionale della cattedrale di San Marco Argentano. Il prezioso metallo fu utilizzato anche dall’abate Gioacchino da Fiore per la realizzazione di calici per l’abbazia di San Giovanni in Fiore.

Al fine di ricostruire l’identità culturale longobucchese è necessario citare l’arte tessile locale, connotata da un’alta qualità della lavorazione di lino, seta e lana. Una ricostruzione di questa antica  tradizione è stata possibile attraverso gli scritti del sacerdote Agostino de Capua, che si sofferma nell’analisi dei disegni realizzati sui tessuti che prendono il nome di nziembri.

Numerosi sono gli edifici dall’indiscusso valore artistico presenti nel centro silano, tra essi spicca la chiesa di Santa Maria Assunta, il cui nucleo originario è databile all’XI secolo, mentre il suo aspetto odierno risalirebbe al XVI secolo. L’edificio religioso presenta tre navate con volta a botte affrescata da Michele Capobianco. L’interno offre la possibilità di ammirare opere di Cristoforo Santanna, tra cui la Natività e l’Adorazione dei Magi. Sempre dell’artista rendese è la Madonna con Bambino situata sull’altare del Purgatorio. La sacrestia ospita un Museo dove è possibile visionare elementi legati alla storia del luogo di culto. Tra questi una croce astile in lamine d’argento, un incensiere e un ostensorio.

BIBLIOGRAFIA

• Cipparrone A., Faragasso M., Mazzei F., Perri I., Tunnera F., Ospiti nel Parco. I ventuno Comuni ricadenti nel territorio del Parco Nazionale della Sila, Edizioni Prometeo, 2010.

Foto di Angelo Adorisio e Wikipedia

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