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Alla scoperta dei borghi silani: Bocchigliero

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Bocchigliero è un centro della Sila Grande situato nell’alto bacino del torrente Trionto. Il toponimo, che viene documentato sin dal XIV-XV secolo come Bucchigleri, deriverebbe dal latino buculus, bue ed erus ”paese abitato da pastori proprietari”, una seconda ipotesi lo collega al cognome Bottigliero ”costruttore di botti” o boukoleros ”allevatori di buoi”. Tracce di insediamenti attestano la presenza dell’uomo sin dal Neolotico, le fonti ci permettono di tracciare una storia certa del sito dal periodo angioino, quando era parte di un complesso feudale chiamato ”Stato di Cariati”. Da questo momento in poi la vicenda storica dell’abitato si intreccia con quella della famiglia Ruffo di Montalto, nel 1407 proprietaria del territorio, con quella del nobile Alessandro Labonia, a cui fu venduto nel 1678, e con quella del conte Bartolo Sambiase che l’acquistò nel 1694. L’insediamento venne in seguito incluso nel 1811 tra i comuni del circondario di Campana. L’epoca ottocentesca vide diverse vicende scuotere la storia dell’agglomerato silano, infatti nel 1836 e nel 1870 fu colpito dal terremoto, mentre nel 1837 e 1867 venne interessato da un’epidemia di colera. Nell’ultimo secolo, specialmente di recente, Bocchigliero sta conoscendo un brusco calo del numero dei suoi abitanti.

Da punto di vista storico-artistico il borgo permette di riconoscere ancora, nonostante gli interventi avvenuti nel corso degli anni, il nucleo medievale caratterizzato da case molto vicine e da vie strette. Quest’ultime presentano una caratteristica particolare, poiché accanto al nome di ogni via è possibile scorgere una massima di uomini conosciuti, peculiarità che ha permesso al paese di essere conosciuto anche come ”Il paese degli Aforismi”.

La Chiesa Matrice, ubicata in piazza del Popolo, affonda le sue origini nel XVI secolo, 1596, e venne dedicata a S. Maria Assunta in Cielo. La Chiesa a tre navate offre ai visitatori la possibilità di osservare un campanile merlato, adattamento di una torre di guardia quattrocentesca, e un portale di pietra lavorata. L’interno presenta tra le due navate laterali una serie di celle sotterranee, mentre in fondo alla navata centrale è ubicato l’Altare di S. Nicola che conserva la reliquia di S. Nicola di Bari.

Il territorio permette anche di visitare siti di notevole interesse archeologico, come le Grotte di Donna Filippa, che custodiscono grotte di Età Neolotica, oppure riserve naturali, come la Riserva Naturale Biogenetica Statale Macchia della Giumenta-S. Salvatore, che si estende per 316 ettari.

 

BIBLIOGRAFIA

• Cipparrone A., Faragasso M., Mazzei F., Perri I., Tunnera F., Ospiti nel Parco. I ventuno Comuni ricadenti nel territorio del Parco Nazionale della Sila, Edizioni Prometeo, 2010.

Foto di Maurizio Mirabelli

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